IL FAGOTTO NEL 18° SECOLO

E' apparentemente in Francia che il fagotto in pezzi appare per primo. E' noto che attorno alla metà del 1600 membri del circolo HOTTETERRE costruivano flauti e oboi in pezzi.

Mersenne, che faceva distinzione fra il BASSON costruito  in un pezzo di legno (una dulciana a 4 chiavi che discendeva un tono più grave delle normali) e il fagotto costruito in pezzi, nella sua alquanto rude incisione su legno, non mostra come le parti si adattano l'una all'altra ma affermava che "Alla base c'è una banda di cuoio che unisce e circonda le due branche di questo strumento".

Secondo Trichet (Parigi 1640 circa) il basson aveva "Due pezzi riuniti insieme, il più lungo dei quali, per comodità, si può smontare e dividersi in due pezzi".

Presumibilmente il Doppio Curtaud di Talbot può essere identificato come uno di questi strumenti francesi di transizione dei quali, sfortunatamente, non ci sono molti documenti.

La fonte più antica per il nuovo modello di Basson in 4 pezzi si trova nel dipinto di Hals, conservato ad Aachen. Lo strumento è foggiato con rilievi barocchi sul pezzo superiore, che servivano sia come decorazione che come supporto per le chiavi. L'aletta aveva la caratteristica epaule. La lunghezza supplementare della campana, che aveva la cavità a tubo, permetteva all'estensione di abbassarsi al SI bemolle con l'aiuto di una chiave extra; il diametro interno più largo e la costruzione più leggera rendevano lo strumento più libero e flessibile nei toni superiori.

I più antichi sono 5 fagotti di J.C. Denner.

In quel periodo, 1684 circa, egli stava copiando il nuovo recorder francese e degli oboi; il suo fagotto quindi, può essere costruito a modello francese.

Una incisione di Weigel (1698) di un costruttore al lavoro, probabilmente Denner, mostra una Dulciana a due chiavi e il basson a tre chiavi in costruzione.

Nel 1700, la posizione relativa alle mani dell'esecutore si stabilizzò con l'aggiunta di una chiave di SOL Diesis per il mignolo destro. Questo strumento fu mostrato la prima volta nella carta commerciale del costruttore Rykel di Amsterdam, nel 1705 circa. Il modello a 4 chiavi rimane comunque in uso comune per il resto del secolo.

In seguito i rilievi barocchi scomparvero dal pezzo superiore e le chiavi cominciarono ad essere montate su mozzi o ponti sporgenti, mentre prima erano montate incastrandole con perni nel legno.

Fu cambiato il diametro del foro della campana e qualche volta, veniva aggiunto un foro di risonanza.

Le prime chiavi extra ad essere aggiunte furono quelle per le note gravi, per le quali la comune posizione a forcella era meno soddisfacente.

Un quadro di Hotteterre e Bailleux (1765 circa) mostrò per primo la chiave del MI Bemolle per il pollice sinistro, più tardi proposta da Grenser per il mignolo sinistro, più tardi proposta da Grenser per il mignolo sinistro, e una chiave per il FA# per il pollice destro.

Un più significativo progresso fu l'aggiunta di una chiave di ottava sul pezzo alato per ottenere note più acute. Questa chiave fu mostrata per la prima volta nel più antico METODO PER IL FAGOTTO di Ozi (Parigi 1787) ed in seguito fu adottata in Germania e qualche volta aggiunta su strumenti già costruiti.

I costruttori francesi avevano già in questo periodo spostato il buco della chiave del SOL # nello stretto foro dell'impugnatura sotto il foro della chiave del FA; modifica che gli altri costruttori non adottarono per almeno mezzo secolo.

I maggiori costruttori di questo periodo furono: Bizey, Lot, Porthaux e Prudent.

In Germania i fagotti di Dresda erano considerati i migliori, soprattutto quelli costruiti da August Grenser e suo nipote Heinrich. Un ritratto dipinto nel 1774 da Horemans di F. Rheiner mostra il più antico uso, documentato, di un foro a spillo sull'esse, azionato da una chiave che divenne di uso comune dal 1800 in poi.

Kock nel 1802 descrive lo strumento a 5 chiavi con 2 chiavi di ottava.

 

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