IL FAGOTTO NEL 19° SECOLO

Durante il 1800 numerosi fattori, come la crescente domanda da parte dei compositori di un miglioramento della tecnica, della capacità espressiva, di un ampliamento dell'estensione del registro acuto dello strumento, unitamente all'aumentare dei componimenti per solo, all'ingrandirsi delle orchestre e delle sale da concerto, allo sviluppo delle espansioni commerciali internazionali, incoraggiarono gli esperimenti e la competizione. La grande introduzione di tre chiavi sull'aletta facilitava indubbiamente le note dal LA bem in su; Simiot di Lione fornì in aggiunta a queste chiavi, chiavi chiuse per il si grave e do #, note finora inottenibili se non con falsificazioni. Altre migliorie includevano i passanti antiacqua per i fori delle dita e nel 1817 furono tolti i tappi di sughero nel sacco e sostituiti con il sifone, perfezionamento adottato più tardi anche in Germania.

Le migliorie apportate dai costruttori di Parigi, Savari giovane e Adler, includevano chiavi a lamina introdotte nel 1823 e uno o due cursori per accordatura sul pezzo alato, per ovviare alla necessità di diversi corpi di ricambio.

Furono fatti tentativi per ottenere maggiore sonorità, allargando la cameratura della campana o anche dell'intero strumento, oppure costruendo il fagotto in metallo; Lecomte ne esibì uno a Parigi nel 1829.

Sia Charles che Adolphe Sax sperimentarono strumenti in ottone; Sax figlio brevettò nel 1851 un fagotto in metallo a 24 chiavi, che presentò all'esposizione di Londra di quell'anno.

Lo strumento impressionò favorevolmente Boehm che conseguentemente calcolò il suo schema di dimensione dei fori per camera cilindrica.

Tale schema fu usato da Tribert e Marzoli a Parigi per il loro modello del 1855, insieme ad altre innovazioni di Boehm per  il sistema delle chiavi.

Un altro sistema simile a quello di Sax fu messo in atto a Londra da Ward e Tamplini e brevettato nel 1853.

Tuttavia le alterazioni qualitative del timbro, la complessità ed il costo non permisero al fagotto Boehm di avere successo.

Nel frattempo, gli esperimenti del fagottista Jancourt, che lavorava con Tribert e Buffet-Crampon, guidarono allo sviluppo di un modello a 22 chiavi, che ebbe minori modificazioni, fino a stabilizzarsi al fagotto standard sistema francese.

Nonostante le conquiste dei costruttori di Dresda, il fagotto in Germania era ancora lontano dall'aver soddisfazioni, specialmente se confrontato con altri strumenti in legno.

 

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