LA VOCE DELLA BOSSA NOVA

João Gilberto è l'interprete per eccellenza della bossa nova, colui che ne definisce lo stile vocale, il punto di riferimento assoluto per tutti coloro che subiscono il fascino della musica brasiliana.

 

 João Gilberto

lo stile di  João Gilberto

i brasiliani scoprono il jazz

un interprete ideale

la bossa nova va all'università

gli americani scoprono la bossa nova

la bossa nova arriva in Italia

voglia di Brasile

 

 

JOÃO GILBERTO

Se siete fortunati, all'approssimarsi di uno dei rari concerti di Gilberto potrebbe capitarvi tra le mani un curioso foglietto. In alto vi comparirebbe l'intestazione "Repertorio", seguita da un avvertimento: "Da questo elenco di brani l'artista sceglierà la sequenza finale dello spettacolo". A scorrerlo, rimarreste sbalorditi. Il repertorio di Gilberto è infatti una ricchissima antologia della canzone brasiliana, un compendio di sentimenti in musica che ne attraversa tutta la storia, dei samba degli anni trenta alle canzoni di autori contemporanei come Caetano Veloso, Gilberto Gil e Chico Buarque. La sua stessa vastità dimostra che Gilberto è la voce per eccellenza del Brasile, l'interprete che meglio sa sottolineare la ricchezza e la vitalità della sua tradizione musicale. Probabilmente, il concerto a cui state per assistere comincerà con una canzone che parla del samba: per esempio: Pra què discutir com madame; un brano di Haroldo Barbosa e Janet de Almeida la cui protagonista è una signora conservatrice e snob, decisamente avversa al più tipico ritmo del Brasile: il samba, magnifico risultato di un incrocio di razze e culture, per lei sarà sempre una musica senza valore. "Perchè discutere con madame; è meglio abolire il samba, così la gente del carnevale si darà alle arie d'opera  e ai recital", canterà divertito Gilberto. Il pezzo successivo sarà forse un omaggio alla musica di Bahia: Gilberto sceglierà allora un brano di Dorival Caymmi, nel quale ritroverà i colori della sua terra d'origine. Infine il cantante intonerà di certo i classici della bossa nova che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, da Chega de saudade a Garota de Ipanema, da Desafinado a O pato. Se è facile immaginare la sequenza di un concerto di Gilberto, il suo modo di interpretare le canzoni costituirà però una piccola sorpresa. Ciascuna di esse sarà infatti rimodellata dalla voce dell'artista, alla ricerca di una nuova armonia tra le parole e la musica.   menu

 

 

LO STILE DI JOÃO GILBERTO

 

 

Gilberto Gil e Chico Buarque

La caratteristica più peculiare dello stile di Gilberto risiede nella combinazione tra voce e chitarra, nel loro scorrere parallelo interrotto da lievi slittamenti, da accelerazioni e da tempi sospesi che alterano la forma originaria della canzone fino a svelarne i significati più nascosti. La sua qualità di artista si rivela nel bisogno costante di rinnovamento, nell'esigenza di partecipare al processo creativo superando il ruolo e i confini dell'interprete tradizionale. Questo approccio lo collega ai protagonisti del jazz, a tutti i musicisti e a tutti i cantanti che hanno definito il proprio ambito espressivo usando come stimolo la musica che li circondava. Lo ha fatto Coleman HawKins tutte le volte che ha affrontato  Body and Soul, lo ha fatto Miles Davis con Funny Valentine, Billie Holiday con Fine and Mellow; continua a farlo anche Gilberto, rendendo ogni brano parte vitale del suo mondo sonoro. E' quindi inevitabile che sia stato proprio un incontro con il jazz a imporne il talento. Accadde a New York nel 1963, quando incise il disco Getz/Gilberto dialogando per otto brani con il sassofono di Stan Getz.   menu

 

 

 I BRASILIANI SCOPRONO IL JAZZ

 

João e Astrud Gilberto ai tempi del loro sodalizio umano e artistico. La coppia si separò nel 1965

"Cantare bossa nova è cantare cool", dichiarò Antonio Carlos Jobim sottolineando quanto la nuova musica brasiliana fosse stata influenzata dal jazz. Il cool era lo swing cristallino degli anni cinquanta, era l'incedere rilassato dei sassofoni e degli ottoni del jazz californiano, ma era anche la conseguenza di un atteggiamento più aperto e disponibile nei confronti della vita. Curiosi di conoscere ciò che veniva da fuori, i giovani brasiliani se ne innamorarono, anche perchè la musica del loro paese non reggeva il confronto con il suo passato splendente. Era infatti tramontata da tempo la stagione radiosa del samba, la musica che i brasiliani avevano creato fondendo gli antichi ritmi africani con elementi europei, tra cui primeggiava il fado portoghese. Il samba era la pulsazione della festa e del carnevale, ma anche la colonna sonora della vita di tutti i giorni, la sintesi tra una contagiosa ritualità ancestrale e la poesia che nasceva dal popolo. Quando il samba, pur rimanendo il ritmo più diffuso, perse la sua carica innovativa cristallizzandosi nel distacco dalla realtà, fu necessario cercare nuovi modi per lasciarsi alle spalle "l'eccesso di percussionisti nella musica brasiliana", come diceva Jobim. La realtà era la nuova generazione di artisti attratti dalla musica che arrivava dagli Stati Uniti e devota al sincretismo culturale del Brasile, a un rinnovamento che poteva nascere soltanto dalla continua combinazione di stimoli e influenze. L'antidoto all'euforia dei tamburi del samba fu rintracciato allora nel canto distaccato dei crooner e nel jazz dei solisti californiani, fatto di languide ballad e ammaliante swing. Fu proprio un jazzista californiano, il sassofonista Bud Shank, a compiere uno dei primi esperimenti di fusione tra samba e jazz registrando, nel 1953, il disco Brazilliance. Con lui c'era il chitarrista Laurindo Almeida, lanciato dal prestigioso bandleader Stan Kenton. La sua presenza dimostrava come fosse naturale per un brasiliano interagire con il jazz, grazie al retroterra africano della sua cultura. E infatti il jazz si diffuse molto velocemente nei club di Rio De Janeiro, finendo per influenzare i solisti e i compositori più ricettivi. All'hotel Plaza, sull'avenida Isabel a Copacabana, era spesso di scena Johnny Alf, uno dei musicisti che più contribuirono alla diffusione del jazz in Brasile. E i futuri protagonisti della bossa nova, Antonio Carlos Jobim e João Gilberto, Vinìcius de Moraes e Carlos Lyra, Newton Mendonça e Baden Powell, cercavano di non perdere neanche un suo concerto. La bossa nova prese forma proprio ispirandosi al cool e al californian jazz, ammorbidendo le sincopi ritmiche tipiche del samba e amplificandone l'effetto di sfasamento in favore di una narrazione sonora dal fluire imprevedibile. Il rinnovamento era già nell'aria, nelle delicate armonie che molti musicisti cercavano di creare: fra loro c'erano i cantanti dei conjuntos vocais, i gruppi vocali che proponevano un samba diverso, incentrato su suadenti combinazioni di voci.   menu

 

 

Baden Powell accompagna alla chitarra la cantante Rosana Toledo durante uno dei concerti che si tennero nel 1960

 

 UN INTERPRETE IDEALE

Il giovane João Gilberto si trasferì a Rio De Janeiro dallo stato di Bahia proprio per partecipare a un conjunto vocais, quello dei Garotos de lua. Era il 1950. João Gilberto avrebbe dovuto aspettare a lungo prima di vedere l'afermazione della sua musica; non era certo aiutato dal suo carattere, riservato e introverso, ombroso nei momenti difficili. Negli anni duri la pratica musicale divenne la sua ragione di vita: a essa si dedicava senza tregua, fino ad affinare uno stile unico. "In João Gilberto tutto risulta necesario: la melodia, le vocali, le consonanti, il sentimento", ha poi detto di lui Caetano Veloso, ricordando come fosse rimasto folgorato dalla scoperta di João Gilberto. La stessa meraviglia la provò Jobim quando ascoltò João Gilberto per la prima volta, mentre ancora lavorava come arrangiatore per la casa discografica Odeon. La nuova musica, che in tanti si apprestavano a codificare, aveva trovato il suo interprete ideale. Gilberto cantava lentamente, la sua voce era calda, sommessa, e si appoggiava alla chitarra in maniera diversa. Il suo canto dall'intonazione nasale vibrava di Brasile antico e africano, riconsiderava un vasto patrimonio canoro e trovava ispirazione in Orlando Silva, maestro di sentimenti in forma di canzone. Il suo stile alla chitarra era essenziale, scevro di virtuosismi ma agilissimo in un gioco di ritardi, di mobilità degli accenti sui tempi per esaltare l'effetto di sorpresa che marcava la bossa nova. Il manifesto della nuova musica realizzava nella prima incisione di Gilberto, Chega de saudade, una canzone firmata dall'infallibile coppia Jobim-De Moraes. L'ascolto di questo brano fu uno choc per i brasiliani: era lirico e sognante, senza quello sfondo di percussioni che aveva caratterizzato la musica brasiliana tradizionale, da cui si differenziava anche per la  novità dei contenuti. Sul lato B del disco figurava Bim-Bom, una breve creazione di Gilberto, un intreccio di ritmo e melodia costruito attraverso la pronuncia onomatopeica delle sillabe del titolo, usate come percussioni. Così scriveva Tom Jobim nelle note che accompagnavano il disco: "João è un bahiano di ventisette anni che in pochissimo tempo ha influenzato un'intera generazione di arrangiatori, di chitarristi, di musicisti e cantanti". Caetano Veloso ha poi ricordato che in quel periodo "tutto era perfetto, bellissimo, e anche esteticamente violento. la bossa nova era un fenomeno che ha influenzato tutte le scelte del popolo brasiliano. Era la musica che ha dato all'uomo della strada il rispetto per se stesso. Era la musica che ti accompagnava in spiaggia, al mare, a fare l'amore, a essere felice".   menu

 

 

 LA BOSSA NOVA VA ALL'UNIVERSITA'

La bossa nova incarnava il rinnovamento in corso in Brasile, chiudeva con una tradizione sterile e nazionalista per offrire un osservatorio sulla contemporaneità. La musica rifletteva i cambiamenti e gli umori di un movimento che procedeva deciso nel definire un sentire comune. Le prime occasioni pubbliche rispecchiano lo spirito collettivo della bossa nova con i suoi importanti raduni, come quello che ebbe luogo nel settembre del 1960 alla facoltà di architettura dell'università di Rio De Janeiro. Si chiamava Festival do samba moderno e vi parteciparono, tra gli altri, Jobim, Carlos Lyra, Baden Powell, Oscar Castro-Neves e una giovane cantante, Nara Leão. Nell'ambiente Nara era nota come la musa della bossa nova, la sua giovane mecenate, grazie all'ospitalità dei genitori che le consentivano di usare con gli amici il loro appartamento di Copacabana. La casa di avenida Atlantica era il quartiere generale della nuova musica. "Era una casa aperta", ha in seguito ricordato Nara, "dove chiunque arrivava, poteva entrare e sedersi al pianoforte. Allora si prendevano le chitarre e si suonava il samba, il jazz; mescolavamo di tutto, per suonare sempre, senza fermarci".   menu

 

 

 GLI AMERICANI SCOPRONO LA BOSSA NOVA

La proposta dei nuovi artisti brasiliani veniva apprezzata dai musicisti stranieri in tournée in Brasile. Tra toro c'era il chitarrista statunitense Charlie Byrd, che nel 1961 ebbe modo di assistere a un concerto di Jobim. Tornato in patria, Byrd decise di dedicare un disco al Brasile e coinvolse nel suo progetto un sassofonista allora molto in voga, Stan Getz. Il risultato della loro collaborazione fu Jazz Samba, un album di grande successo: vi figuravano i samba di Ary Barroso e la bossa nova di Antonio Carlos Jobim, che per la prima volta aveva l'occasione di farsi conoscere da un pubblico così vasto. Il disco fu accolto con grande favore, inaugurando una lunga serie di incontri tra i musicisti brasiliani e quelli statunitensi. Grazie al contributo di Gene Lees, giornalista scrittore e appassionato di jazz, le liriche della bossa nova furono tradotte in inglese e anche i protagonisti della canzone americana, tra i quali Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Sarah Vaughan, cominciarono a includerle nei loro repertori. Altri strumentisti seguivano intanto l'esempio di Stan Getz e sceglievano i temi della bossa nova fino a diffonderli al pari degli standard, le canzoni scelte per le improvvisazioni nel jazz. Getz, dal suo canto, proseguiva nel solco tracciato da Jazz Samba e incideva altri dischi dedicati al Brasile: Jazz Samba Encore! con il chitarrista Luiz Bonfà, Getz/Almeida con taurindo Almeida, Sig Band Bossa Nova, Getz au GoGo e soprattutto Getz/Gllberto. Nello stesso anno in cui quest'ultimo fu pubblicato, il 1964, ci fu in Brasile un colpo di stato militare. La dittatura provò in ogni modo a condizionare i suoi artisti, fino a costringerli all'esilio. Ma non fu capace di fermare la loro musica.   menu

 

 

 

 

LA BOSSA NOVA ARRIVA IN ITALIA

 

João Gilberto a Umbria Jazz nel 1996

 

Dopo aver conquistato gli Stati Uniti, la bossa nova si diffuse infatti in tutto il mondo, arrivando presto anche in Italia. João Gilberto si esibì in alcuni concerti al Bussolotto, l'elegante club detta Versilia sul cui palcoscenico si alternò con il trombettista Chei Baker; proprio in quel periodo scoprì due brani che avrebbe incluso, in italiano, nel suo repertorio: Malaga di Fred Bongusto ed estate di Bruno Martino, che grazie a Joào Gilberto poté diventare un classico della canzone internazionale. Anche Vincìus de Moraes visitò spesso il nostro paese, dove gli capitò di collaborare con artisti italiani e dove realizzò alcuni dischi insieme al chitarrista Toquinho. Ira questi, uno dei più riusciti della sua carriera, O poeta e o violão: un album che incise di getto, in appena quattro ore, scegliendo a memoria, tra i ricordi, i brani da eseguire. Quanto a Chico Buarque, che in Italia visse la stagione dell'esilio, egli registrò un album che conteneva le sue canzoni tradotte in italiano: il grande pubblico apprezzò soprattutto il ritmo festoso del brano La banda.   menu

 

  

 VOGLIA DI BRASILE

 

Gal Costa

La bossa nova attivò una serie di relazioni di cui approfittarono tutti i musicisti brasiliani. La voglia di Brasile chiamò negli Stati Uniti Sérgio Mendes, autore di un raffinato pop samba; Carlos Lyra, che collaborò con Getz; Hermeto Pascoal, che approdò alla corte di Miles Davis, i percussionisti Airto Moreira e Dom Um Romao; il pianista e arrangiatore Eumir Deodato. Altri scelsero l'Europa: tra toro, la cantante Elis Regina, che incise a Londra e in Svezia, dove duettò con Toots Thielemans. Gli artisti brasiliani si Legarono stabilmente al circuito dei festival jazz. Quello di Montreux, in Svizzera, è ricordato per le sue Brazil Nights: alcuni concerti furono anche registrati, quello storico di Elis Regina ed Hermeto Pascoal nel 1979 e lo straordinario recitaI solitario che vi tenne Joào Gilberto nel 1985. A questa tradizione si collegano capitoli recenti, come i trionfi ottenuti da Caetano Veloso, Gilberto Gil, GaI Costa e Joào alle ultime edizioni di Umbria Jazz.  inizio pagina

 

 

 

 

 

 

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